ha presentato il progetto "Donne e Diritti" che verrà realizzato in convenzione con l’associazione Ubuntu di Sulmona con l’apertura nella sede della CGIL di Sulmona di uno “sportello d’ascolto” come luogo in cui donne italiane e migranti, iscritte e non iscritte alla CGIL, siano “ascoltate e supportate” da “personale formato” che le indirizzi correttamente ai servizi preposti presenti nel territorio, in un’ottica di rete, e quindi in rispettosa relazione e collaborazione con gli altri servizi e associazioni.
Il progetto prevede anche un corso gratuito di formazione, rivolto a donne che vorranno prestare la loro opera volontaria presso lo sportello. Il corso sarà tenuto da un’operatrice qualificata, con 20 anni di esperienza nel Centro Antiviolenza Donna L.I.S.A. di Roma, tra le socie fondatrici della rete DIRE, e socia dell’associazione Ubuntu.
L'iniziativa è stata ricca di interventi qualificati e conclusa da Federica Benedetti Segretaria Cgil L'Aquila.
La violenza contro le donne è un problema diffuso e presente in tutti i paesi del mondo (Garcia-Moreno, Jansen, Ellsberg, Heise, & Watts, 2005). È riconosciuta come una violazione dei diritti umani ed un importante problema di salute pubblica.
Una donna su tre, nell'arco della sua vita, ha subito violenza da parte di un uomo (nella maggior parte dei casi dal partner o ex partner) ma, nonostante i numerosi interventi a diversi livelli, ancora oggi la violenza subita è vissuta con vergogna, come un problema privato, taciuto e nascosto. Proprio per questo le donne vittime di violenze, stalking, molestie, discriminazioni, spesso si ritrovano isolate da famiglia e amici, da un contesto che “non deve sapere”.
In Italia sono due i nodi principali all’interno di un contesto culturale fortemente permeato da pregiudizi e stereotipi sessisti: la distanza tra le norme adottate e declamate e la loro applicazione in concreto, l’applicazione disomogenea nel territorio nazionale delle norme e dei finanziamenti per azioni/servizi in contrasto alla violenza contro le donne, con conseguente mancanza di tutela dei diritti delle vittime di violenza. In Italia le donne in situazione di violenza affrontano ovunque – servizi, Polizia, tribunali, Commissioni territoriali – stereotipi e pregiudizi, non trovano ascolto e credibilità, non ottengono misure di protezione efficaci, e rischiano di perdere i figli nelle cause di separazione. Il numero dei femminicidi rimane costante nel tempo.
In Abruzzo ci sono solo due Centri Antiviolenza che lavorano nella Rete Nazionale DIRE, Ananke a Pescara e Donatella Tellini a l’Aquila. A Sulmona un solo Centro, la Libellula, esterno alla rete DIRE. I Centri riescono ad intercettare solo una minoranza delle donne, quelle che hanno già preso coscienza di stare vivendo una storia di violenza.
E' in questo contesto che nasce l’idea di uno sportello di ascolto, che permetta alle donne in momentanea difficoltà, vittime di violenza, molestate sul posto di lavoro, che subiscono discriminazioni di genere o legate alla loro etnia, o che si trovano in una situazione di isolamento, di avere sostegno, informazioni ed essere messe a conoscenza di diritti e risorse del territorio.
Uno sportello di ascolto, dove le donne si possono rivolgere per ricevere informazioni su diverse questioni, posto in una struttura a cui molte già si rivolgono per questioni sindacali, previdenziali o di reddito, può costituire una preziosa risorsa per il territorio.
Uno sportello che faciliti le donne ad esprimere i propri bisogni, grazie ad una prima analisi della domanda, in un’ottica di rete, in relazione e in collaborazione con gli altri servizi presenti nel territorio.
Diversi studi riportano che le donne più giovani, senza figli e con più sostegno sociale hanno più probabilità di vedere la fine della violenza: il sostegno sociale e le risorse materiali sono gli elementi chiave per liberarsi dalla violenza; uno sportello di ascolto non può fornire risorse materiali ma può contribuire a creare una rete di sostegno sociale.