all’Assessore alla Salute e alle Pari Opportunità, al Presidente della Quinta Commissione del Consiglio Regionale, al Direttore del Dipartimento alla Salute e al Welfare, ai Direttori Generali delle quattro ASL regionali e ai rispettivi Direttori dei Dipartimenti di Salute Mentale, in cui espongono considerazioni in merito ai Servizi per la Salute Mentale erogati nella fase 1 dell’emergenza e avanzano proposte da attuare nell’imminente fase 2.
L’analisi della situazione ha portato ad evidenziare marcate differenze tra le quattro province e anche all’interno dei Dipartimenti tra i diversi Centri di Salute Mentale. Così, le prestazioni in forme individuali domiciliari sono rarissime, alcuni Centri hanno addirittura sospeso le attività ambulatoriali limitandosi alle urgenze e ai pazienti non resta che un accesso telefonico; le attività riabilitative continuano, a distanza, solo grazie agli sforzi degli Enti del Terzo Settore.
Le proposte/richieste per la fase 2 si sviluppano, principalmente, su due livelli.
Ai Direttori dei Dipartimenti di Salute Mentale viene chiesto che i Centri di Salute Mentale funzionino normalmente (così come previsto dall’Ordinanza del Presidente della Regione n.3 del 9 marzo 2020), che garantiscano l’apertura anche nelle fasce orarie pomeridiane e nella giornata di sabato, che venga mantenuta la possibilità di accesso diretto non programmato in caso di necessità clinica e/o per eventuali urgenze e che le attività di gruppo sia per utenti che per familiari vengano garantite, anche attraverso il contatto telefonico ed altre modalità di telecomunicazione.
Al Presidente della Regione, all’Assessore alla Salute e alle Pari Opportunità e al Direttore del Dipartimento Salute e Welfare della Regione, d’altro canto, viene chiesto di convocare con assoluta urgenza il Tavolo di lavoro tecnico sulla Salute Mentale e di fornire delle linee guida alle Pubbliche Amministrazioni cui è affidata la gestione dei servizi sanitari e sociali per la conversione dei servizi semi-residenziali con l’attivazione di prestazioni in via alternativa, attraverso il passaggio della coprogettazione fra le Pubbliche Amministrazioni, le Aziende Sanitarie o gli Enti Locali e l’ente gestore. Si afferma, ancora una volta, la necessità di una rete fattiva tra territori e istituzioni: la richiesta forte è quella di aumentare gli sforzi per la tutela e la cura della salute mentale, ancor più in questo periodo di isolamento forzato e, in proiezione, guardando alle conseguenze che il lockdown e il protrarsi dell’emergenza avranno sulla popolazione.