Nov 22, 2024 Last Updated 4:35 PM, Nov 22, 2024

Un ricordo di Ismaele La Cioppa: sindacalista Cgil

Pubblicato in Cultura e memoria
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Ci ha lasciato alcuni giorni fa il compagno Ismaele La Cioppa: vogliamo ricordarlo come esempio di impegno, passione e responsabilità.

Nato nel 1944, Ismaele - sesto ed ultimo figlio di una famiglia operaia (padre lavoratore edile, madre casalinga) vissuta nel popolare e popoloso quartiere di Santa Maria - dopo le scuole elementari, come si usava allora nei duri e difficili anni del secondo dopoguerra, cominciò a lavorare come manovale edile con le piccole imprese che si stavano faticosamente organizzando per rimettere in piedi la città dopo i tanti disastri della guerra.

Si lavorava molto e si guadagnava poco e tutti, in famiglia e specialmente in quelle numerose, dovevano fare qualcosa per riportare il pane a casa, contribuire alle necessità dell’intera famiglia. La sua abitava in Via dei Crociferi, vicino alla Chiesa di S. Agostino.

Dopo la tragedia della guerra, con i suoi lutti, le sue rovine, le sue tragedie, anche il Sindacato ha cominciato a riorganizzarsi per cercare di migliorare le condizioni di vita, di lavoro e salariali specie di quei lavoratoti che, come gli edili, stavano ricostruendo il nostro Paese venendo sfruttati in maniera indecente, con bassi salari, scarsi contributi previdenziali, orari di lavoro massacranti.

La CGIL di Chieti, con i Tonino Rapposelli, Licio Bevilacqua, Rinaldo Zanterino, Antonio Memmo, Vincenzo Terpolilli, Ennio Scastiglia, Ennio dell’Osa, Nicola Stella ed altri ha cominciato a darsi strutture per cercare di difendere al meglio i lavoratori dei diversi settori produttivi, in larghissima parte contadini poveri, braccianti, tabacchine, lavoratori edili e delle costruzioni, dipendenti di piccole aziende metalmeccaniche ecc.

All’epoca, a Chieti, esistevano già alcune realtà produttive (la Cartiera CELDIT, il Tabacchificio, la Fonderia Calvi, le Fornaci Femminella e Pierantoni ecc.) ma l’attività prevalente era quella dell’edilizia affidata a piccole e a volte piccolissime imprese spesso dirette da “capomastri”, ottimi operai specializzati che cominciavano a costituire i primi nuclei delle future imprese di più grandi dimensioni, spesso affidate ai figli che, nel frattempo, si erano diplomati geometri o erano diventati ingegneri.

Le fabbriche - che avrebbero poi dato vita al primo processo di industrializzazione in Val Pescara per tutti gli anni sessanta e settanta del secolo scorso - non esistevano ancora e i giovani e le ragazze di allora, finite le scuole elementari, per dare una mano alle famiglie, cominciarono a lavorare come apprendisti nelle falegnamerie, nei laboratori di sartoria, nei saloni dei barbieri e parrucchieri, nei cantieri ecc.

Fu Ennio Dell’Osa, impegnato nella costruzione del Patronato INCA CGIL che diresse per moltissimi anni, a chiedere ad Ismaele l’impegno pieno al sindacato e lui, in un primo tempo, lo accompagnava in macchina nei suoi numerosi viaggi nei Comuni della nostra estesa provincia. In quegli anni, i sindacati di categoria erano ancora in formazione e tutti i dirigenti sindacali si occupavano un po’ di tutto.

All’inizio degli anni sessanta, con la nascita delle prime grandi aziende manifatturiere (Marvin-Gelber, Richard-Ginori, Fa.Rad, Trafilerie meridionali, Gruppo Generalsider, Fisi, Sacca, Protexa ecc.) la CGIL iniziò il primo processo di “verticalizzazione” dando vita ai sindacati di categoria (tessili, metalmeccanici, chimici, edili ecc.)

A Ismaele fu affidato, probabilmente per il lavoro svolto da giovanissimo, il sindacato dei lavoratori edili e delle costruzioni (FILLEA-CGIL) e da allora cominciò il duro lavoro di organizzazione di una categoria complessa, fatta di lavoratori di piccole e piccolissime imprese, con diritti inesistenti, buste-paga fasulle, contributi previdenziali non versati, straordinari non pagati. Lo “Statuto dei diritti dei lavoratori” (L. n 300/70) era ancora un obiettivo da raggiungere.

Comunque, lentamente ma con continuità, l’intero gruppo dirigente della CGIL si spese al massimo delle sue capacità e possibilità per migliorare le condizioni di vita, di lavoro, di salario ei lavoratori dipendenti e delle loro famiglie. Ismaele, tra i più giovani del gruppo dirigente, fece la sua parte, cominciando ad organizzare i lavoratori degli impianti fissi (Calcestruzzi Di Marzio, Azienda F.lli Iacovone, SECALF di Alfonso Secondini, le fornaci Femminella e Pierantoni) e dei primi grossi cantieri impegnati nelle costruzioni dei palazzi e delle nascenti infrastrutture stradali.

Con il processo di industrializzazione in Vallata, il Sindacato in generale e la CGIL in particolare, come altre organizzazioni di rappresentanza, si organizzarono in categorie, affidandole a giovani provenienti dalle esperienze dei movimenti giovanili del PCI, PSI, PSIUP (Carlo Salvatore, Carlo D’Andreamatteo, Vincenzo Cicalini, Nino Catellani, Valerio Di Miero, Filiberto Cianci, Giustino Zulli) che contribuirono al loro rafforzamento dirigendole, facendo esperienze “sul campo”.

In seguito, per esigenze organizzative, dovendo provvedere alla costruzione dei quadri capaci di continuare lavori già in corso, a Ismaele fu affidato il lavoro nel Patronato INCA e, sotto la guida di Ennio Dell’Osa e Giovanna Rapposelli, l’INCA-CGIL divenne il patronato di riferimento di moltissimi lavoratori ed anche in questa attività più “interna”, Ismaele ha saputo dare il suo contributo.

Successivamente, ha lavorato alla Cassa Edile, dove è rimasto fino alla pensione.

Negli ultimi anni, ha partecipato alla vita dello SPI il Sindacato pensionati della CGIL e, fino a quando è stato in buona salute, ha continuato a dare il suo contributo ad un sindacato che, praticamente, ha costituito, nei successi ma anche nelle sconfitte, parte importante della sua vita.

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