A sostenerlo è lo Spi-Cgil Lega Area Peligna a seguito di alcuni fatti che hanno contraddistinto in modo negativo la sanità nel Centro Abruzzo. Come ad esempio: “Il 75 enne di Scanno, un anziano come tanti, la cui unica “sfortuna” è stata quella di nascere e continuare a vivere in una zona interna dell’Abruzzo, in una zona di montagna.
La dura realtà sta a confermare, qualora ce ne fosse bisogno, che anni di tagli, ottimizzazioni, hanno portato ad un drastico ridimensionamento dei servizi pubblici essenziali, a partire dalla rete sanitaria territoriale, ledendo il diritto costituzionale a garantire a tutti un servizio pubblico e universale, a prescindere dalle condizioni economiche individuali, di nascita e di residenza”.
“A pagarne le spese in questi ultimi anni – continua la Lega dei pensionati della Cgil – sono state le realtà più disagiate, private di servizi essenziali e di pronto riferimento e assistenza per i cittadini: guardie mediche nelle realtà di montagna, Ambulanze H24 e tanto altro ancora. Per non parlare dell’ultima vicenda relativa alla soppressione dell’assistenza pediatrica in Valle Subequana e a Raiano, oltre alla spada di Damocle in capo al Punto Nascita di Sulmona”.
Per contrastare questo lento declino, lo Spi-Cgil annuncia di aver avviato una riflessione concreta sulle politiche di sviluppo, che riprenderà dopo le elezioni regionali attraverso un Forum permanente teso a delineare proposte concrete da porre all’attenzione dei decisori politici e amministrativi locali e regionali.
S.M.