Già alcuni mesi fa avevamo denunciato, sulla base dei dati forniti dagli uffici competenti e dal sistema delle casse edili, un significativo rallentamento nella capacità di spesa, corrispondente anche a una riduzione di circa il 20% delle maestranze impegnate nei cantieri della ricostruzione.
Avevamo inoltre sottolineato l'eccessiva lentezza della ricostruzione pubblica e il fenomeno del dumping contrattuale a cui ricorrono molte imprese impegnate nei suddetti processi. Avevamo altresì posto all'attenzione dei decisori politici e sociali la necessità di interventi normativi urgenti legati a due temi fondamentali: il primo rappresentato dall'urgenza di reintrodurre il Durc per congruità, onde consentire, come accaduto fino a dicembre 2016, di verificare cantiere per cantiere l'indice di congruità per la manodopera, ossia il numero di operai necessari in un cantiere in base all'importo dei lavori.
Avevamo anche sottolineato, ancora una volta, la problematica dei dipendenti pubblici impegnati nella filiera della ricostruzione, ovvero i dipendenti dei comuni e degli Uffici Speciali (di cui 128 al Comune dell'Aquila e 72 nei Comuni del cratere) assunti a tempo indeterminato ma sottoposti a una condizione sovrannumeraria che rischia di sfociare, a fine ricostruzione, in un'eventuale dichiarazione di esubero nelle amministrazioni che non potranno riassorbire il personale nei modi e nei tempi previsti dalla vigente normativa. Sempre impegnati nei processi ricostruttivi ci sono 106 lavoratori contrattualizzati a tempo determinato e assegnati 25 all'USRA, 25 all'USRC e 56 al Comune dell'Aquila con scadenza contrattuale, derivante da specifiche norme di legge, al 31 dicembre 2018, termine prorogabile al 31 dicembre 2020 con legge di stabilità 2018. A tale situazione di incertezza contrattuale si aggiunge la confusione che si sta generando a seguito della soppressione degli Uffici Territoriali per la Ricostruzione costituiti nei Comuni Capofila delle Aree Omogenee. Nulla però è accaduto da allora nonostante i rischi che avevamo sottolineato.
Ieri abbiamo avuto conferma della fondatezza delle nostre preoccupazioni. Da un lato i dati della Cassa Edile riferiti all'ultimo semestre (e riguardanti ovviamente i cantieri) che certificano un ulteriore calo degli addetti pari a circa il 15% rispetto allo stesso semestre dello scorso anno, dall'altro l'incontro che abbiamo avuto con la Struttura Tecnica di Missione e il Titolare degli Uffici Speciali sui temi riguardanti il personale pubblico contrattualizzato nella filiera della ricostruzione. Da questo incontro abbiamo avuto conferma delle criticità da noi riscontrate, con l'aggravante che a breve sono previste le scadenze dei contratti dei titolari della Struttura Tecnica di missione (settembre) e del titolare degli Uffici Speciali della Ricostruzione (ottobre). A questo si aggiunge l'attuale mancanza di un referente politico, nominato ovviamente dal governo, con la responsabilità dei processi ricostruttivi del sisma 2009. Inutile ribadire, come denunciato numerose volte, il grave esodo del personale della ricostruzione, che in assenza di soluzioni concrete alle problematiche contrattuali e normative ricerca una certezza di continuità lavorativa in altre amministrazioni pubbliche fuori dal sistema ricostruttivo.
Quanto sinora descritto determina un naturale rallentamento della ricostruzione, che con i problemi e le scadenze delle prossime settimane rischia di subire un vero e proprio blocco. Abbiamo ricevuto in queste ore la convocazione del tavolo di coordinamento regionale, coordinato dall'on.le Lolli, presidente vicario della giunta regionale, per lunedì 17 settembre. Auspichiamo la presenza di tutti i parlamentari abruzzesi e di tutte le forze sociali invitate all'incontro con l'obiettivo di definire le azioni a sostegno delle rivendicazioni del territorio per avere in tempi certi e brevi le soluzioni normative e organizzative necessarie a dare nuovo slancio alla ricostruzione pubblica e privata.
Come abbiamo sempre sostenuto il governo e il Parlamento devono assumere la ricostruzione del sisma del 2009 come priorità nazionale nell'agire politico quotidiano. In assenza di risposte certe siamo pronti a lanciare una mobilitazione generale a sostegno di queste rivendicazioni".
Umberto Trasatti, Cgil L'Aquila Francesco Marrelli, Fp Cgil L'Aquila Emanuele Verrocchi, Fillea L'Aquila