Fondamentali e «urgenti» per i sindacati sono: il lavoro che non c’è, la ricostruzione dell’Aquila ferma al palo con il rischio che un’intera città muoia per sempre; i problemi del tessuto sociale con i giovani senza lavoro e i pensionati senza servizi e senza risorse. Alla manifestazione partecipano tutti i sindacati, Cgil, Cisl e Uil, per un appuntamento che è propedeutico al corteo che si terrà a Roma il 22 giugno.
Circa 40 i pullman arrivati nel capoluogo ferito da tutta la regione. Sotto la pioggia hanno manifestato i segretari provinciali dei sindacati, ma anche quelli regionali e i delegati nazionali. Tra i lavoratori, i giovani e i pensionati c’era anche Guglielmo Loy, della segreteria confederale della Uil. Il corteo, partito dalla Fontana Luminosa, si è fermato a piazza Palazzo, dove sorge la sede del Comune, gravemente danneggiata dal sisma Sul palco, i delegati sindacali, il segretario provinciale della Cisl Paolo Sangermano, il segretario regionale della Cgil Gianni Di Cesare e quello nazionale della Uil Loy hanno tenuto i loro comizi chiedendo al Governo, tra le altre cose, di abolire l’Imu soltanto alle fasce più deboli della popolazione, di finanziare ricerca e università, di garantire gli ammortizzatori sociali, risolvere il problema degli esodati e dei pensionati al limite dell’emergena sociale. Oltre, naturalmente, a mettere mano una volta per tutte alla delicata situazione della disoccupazione giovanile. Anche la ricostruzione dell’Aquila, per i sindacati, deve essere una priorità nazionale «se si vuole dare un impulso all’economia locale, regionale e di tutto il Paese trasformando davvero la città nel più grande cantiere d’Europa». Ma ci sono state anche le testimonianze della gente: un dipendente della Micron, un cassintegrato di Chieti, una studentessa di Teramo e rappresentante dell’Udu, Monia Flammini, un lavoratore di Pescara.