Sono intervenute Loretta Del Papa, segretaria Spi Cgil L’Aquila, e Betty Leone, testimone del terremoto a L’Aquila. L'incontro tenutosi nella Sala Riunioni di via Folonari 20, ha messo in luce le drammatiche e attuali conseguenze del terremoto in Abruzzo, avvalendosi degli interventi di alcuni volontari dell'Auser Brescia, di Loretta Del Papa, segretaria Spi-Cgil de l'Aquila e di Betty Leone, ex segretaria nazionale, entrambe cittadine del capoluogo abruzzese. Il Segretario Spi Brescia Ernesto Cadenelli ha aperto l'incontro sostenendo che riprendere il dibattito pubblico sul problema è doveroso "dobbiamo impegnarci a sostenere le realtà sociali colpite da questo tragico evento. Molto è stato fatto, ma l'emergenza resta alta". «Questa iniziativa riveste grande importanza. La possibilità discutere queste problematiche e di portarle fuori dai luoghi dove si stanno verificando, è un'occasione per affrontare l'argomento in modo diverso, abbattendo il muro dietro al quale i media sembrano volersi celare - ha sottolineato la Del Papa, prima a prendere al parola- Nonostante le abitazioni che il governo renderà disponibili a breve (15 mila posti letto), superano i 50 mila i cittadini che ancora resterebbero nelle tende e in alloggi».
L'Aquila è una città completamente deserta, blindata nel vuoto. Alcune abitazioni sono state considerate assolutamente inagibili, altre, comprese nelle cosiddette fasce B e C, potrebbero essere risistemate con piccole operazioni e riabilitate in poco tempo. «Le tempistiche con le quali vengono effettuati i lavori risultano rallentate, soprattutto per la mancanza di fondi che il governo centrale, non prevedendo una tassa di scopo, avrebbe dovuto destinare. Molte persone sono ancora bloccate in alloggi temporanei, nelle caserme o sulla costa». Spi-Cgil e Auser hanno già dato il proprio contributo nei mesi scorsi con un camper e parecchi aiuti umanitari, beni di prima necessità, allestendo un campo nel quale ospitare intere famiglie, offrendo loro fondamentali servizi igenico-sanitari. Secondo Betty Leone il terremoto dell'Aquila ha svelato i retroscena del momento storico e politico del paese: «Innanzitutto la politica deve prendere in considerazione il rapporto fra uomo e il territorio in cui esso vive. L'Aquila è stata distrutta per la terza volta, si trova in una zona ad alto rischio sismico. Serve la massima prevenzione in simili casi». Continua l'ex segretaria: «Il disastro è capitato in un periodo di crisi economica profonda, che ha condizionato l'entità degli interventi. Molto denaro è stato speso male, specialmente in vista del G8, a pagarne le conseguenze è stata la popolazione». Forti risentimenti provocati dalle modalità di organizzazione dei campi da parte del corpo di Protezione Civile: «E' venuto meno il rapporto con la democrazia; la gestione dei punti di aggregazione dei terremotati è nelle mani della Protezione Civile. I legami sociali e collaborativi vengono persi, in alcuni casi non si rispettano i diritti civili dei cittadini».