Punto di riferimento della poesia contemporanea e per la comunità aquilana, Anna Maria ha tenuto numerosi incontri all’indomani del terremoto nelle tante tendopoli e lanciato un vero appello a non dimenticare proprio attraverso la poesia che “resiste alle disgregazioni del tempo e della vita”. Il libro, presentato a Roma e in altre città della regione Abruzzo, ha avuto molte recensioni di altissimo livello.
E’ un regalo che la “poeta” fa alla città e ai suoi abitanti dal momento che per scriverlo dichiara “ho dovuto recuperare la giusta distanza dal dolore e raffreddare la mia parte emozionale nel parlare di perdite incalcolabili”, si perché per l’autrice questi versi non rappresentano solo l’esternazione di un dolore profondo, intimo, personale, ma una condivisione del dolore con la comunità. Sono versi che consentono a tutti di riconoscersi in quel dolore, che consentono di elaborare, di esternare sentimenti forti.
Sono il primo passo per ricominciare, attraverso la condivisione, a ricostruire le coscienze, a riappropriarsi della consapevolezza di sé e dei propri luoghi. La poesia, quindi, come punto di partenza per una ricostruzione sociale per il superamento dell’individualismo e della povertà interiore. Risuonano nella sala di via Saragat i versi con i quali la “poeta” apre l’incontro “ore tre e trentadue della vita”, versi che ripercorrono i momenti più duri di quella notte in cui la vita si è fermata, accompagnata dalle splendide note del violista Sabatino Servilio: la sala è rapita da un turbinio di emozioni. L’intervento del prof. Antonio Gasbarrini parla di poesia civile perché attraverso quei versi canta la società, descrive un luogo a tratti armonico e un secondo dopo lacerato e disarmonico come le coscienze. Leggere il libro ci consente di sentirne quasi i suoni, i colori, ripercorrerne la storia e percepire come sia ormai una città sospesa come lo è il tempo. Ascoltando i versi si passa dalla dolcezza dei ricordi, alla rabbia per le scelte infelici della politica che ha gettato L’Aquila in uno stato di degrado culturale e umano, al sentimento della speranza per il futuro, al desiderio e convinzione di resistere e lottare pensando alla rinascita dell’Aquila come metafora della rinascita del nostro “bel paese”.
All’evento, coordinato da Federica Benedetti segretaria CGIL L’Aquila, arricchito dall’istallazione a tema dell’artista Lea Contestabile, sono intervenute l’assessora alle politiche culturali del Comune dell’Aquila Betty Leone, Maria Grazia Taverna coordinatrice provinciale Donne SPI dell’Aquila , Loredana Piselli coordinatrice Donne SPI Abruzzo, Loretta Del Papa segretaria provinciale SPI L’Aquila.
Un grazie profondo ad Anna Maria Giancarli che ha donato, non solo alla comunità aquilana, la speranza che si guardi finalmente anche alla ricostruzione sociale e morale per ricominciare davvero, felici di come ancora una volta tutto questo passi per la cultura e la sensibilità di una DONNA che con la sua poesia civile canta la città dell’Aquila, le bellezze, le sventure e i torti subiti. Un appuntamento che riconferma la vocazione culturale della città con alcune delle sue intelligenze artistiche e che da forza per andare avanti e “lontano”.