Nel tentativo di fare terra bruciata attorno alle formazioni partigiane lì operanti, il maresciallo Albert Kesserling scatenò una rappresaglia contro la popolazione inerme con rastrellamenti nel novembre del 1943. Le vittime furono 128: tra esse 60 donne e 34 bambini al di sotto dei 10 anni e un bimbo di un mese. I cadaveri rimasero a lungo abbandonati nella boscaglia, nelle radure, fra le rovine dei casali sepolti dalla neve fino all’estate del 1944. Il gruppo ha successivamente visitato il Campo 78 di Fonte d'Amore e l'Abbazia Celestiniana di Sulmona.