I giovani della Maiella furono gli unici partigiani a spingersi fuori dalla terra di origine: dopo Brisighella e Bologna, arrivarono combattendo fino al Veneto e là si sciolsero con i reparti di élite dell’esercito inglese che (come era successo ad El Alamein) si schierarono presentando le armi in segno di stima e di risp etto.
La sollecitazione a riprendere quel tratto di storia venne proprio dallo SPI che è stato, in questi anni, il motore della ricostruzione del cammino della Brigata Maiella. Il nome della brigata è stato dato a un giardino pubblico del quartiere Savena, dove, il 2 giugno del 2010, è stato posto un grande monumento fatto di pietra bianca della Maiella, saldando passato e presente.
In quella occasione è nata la proposta di gemellaggio tra la Lega SPI di Sulmona e la Lega SPI di Savena-San Ruffillo (che ha sede nel quartiere dove sorge il monumento alla Brigata). L’impegno era di ritrovarsi ad ottobre a Sulmona per suggellare il gemellaggio, e così è stato. L'iniziativa si è tenuta nell’Abbazia di Santo Spirito al Morrone.
Con l’occasione è stata anche inaugurata una mostra sulla Brigata Maiella. Presenti sindacalisti di Bologna e dell’Abruzzo, esponenti della Brigata Maiella e cittadini. Dopo il gemellaggio un Tavolo storico ha ricordato la creazione e l’impegno militare della Brigata Maiella per la liberazione dell’Italia dai nazifascisti.