In Abruzzo se parliamo di popolazione anziana dobbiamo riferirci agli ultrasessantenni, che sono circa 361.000, il 27% della popolazione, e di questi circa 297.000 sono ultrasettantacinquenni. Se parliamo di pensionati ci riferiamo tra pubblico e privato ad oltre 400.000 pensioni. Ma la maggior parte dei trattamenti ha come media della pensione, secondo i dati Inps, circa 650 euro lordi;i dati medi sono molto al di sotto della media italiana. Ciononostante il monte pensioni percepite in Abruzzo arriva a 5 miliardi di euro contribuendo quindi alla economia della Regione.
In questo momento di crisi economica gli anziani attraversano una particolare fragilità, sia sul reddito, con una perdita del potere d'acquisto del 30% negli ultimi 15 anni e sia per la necessità di ricorrere più spesso alle cure mediche a causa dell'età, con i relativi costi. Nonostante questo essi costituiscono una risorsa per le famiglie, con il lavoro volontario di cui sono investiti nella crescita dei nipoti e nelle tante forme di aiuto per i figli, e per le famiglie abruzzesi sono un valore aggiunto e un salvagente a cui ricorrere nei casi di difficoltà economiche prodotte dalla crisi a livello di posti di lavoro, cassa integrazione e disoccupazione. Gli anziani sono diventati veri e propri ammortizzatori sociali, avendo anche la preoccupazione per il futuro, il loro e quello dei propri figli e nipoti. Ci sembra che ci sia dimenticati del “valore” e della “risorsa” anziani e anche nella campagna elettorale tra i tanti temi questo è stato marginalizzato.
La riflessione che i tre sindacati dei pensionati maggiormente rappresentativi, SPI CGIL FNP CISL E UILP UIL, fanno è che i candidati governatori in Abruzzo poco si sono spesi sui problemi degli anziani e soprattutto poco si è parlato del sociale, dei tanti tagli che si sono avuti su questo settore e come , proprio in tempi di crisi, le risposte non sono state date e gli impegni non sono stati presi.
Per questo le tre segreterie regionali ricordano agli aspiranti governatori quali sono i temi principali che si dovranno affrontare, una volta passata la boa del 25 maggio, una volta eletta la nuova rappresentanza politica e la nuova giunta; pertanto si chiede che: le risorse sul sociale siano almeno in ragione del 2% del bilancio regionale; si proceda alla definizione di un unico piano socio sanitario regionale; siano riorganizzati i servizi sanitari in modo da abbattere le liste di attesa e ridurre il fenomeno crescente della mobilità passiva; si attui l'integrazione socio sanitaria e ci sia coincidenza tre ambiti sociali e distretti sanitari; si proceda allo spostamento delle risorse sanitarie verso la prevenzione e la medicina territoriale; si effettui in tempi urgenti la riforma istituzionale attraverso la formazione di associazioni dei Comuni, in particolare per quanto riguarda le ex Comunità Montane, che gestivano risorse e servizi per il sociale; si realizzi una Legge regionale sulla Non Autosufficienza con l'attivazione di un “fondo” con risorse regionali; si valuti quanto in termini di tasse e tariffe possa essere di alleggerimento per il reddito dei pensionati, soprattutto quelli che vivono da soli, tra cui molte sono le donne, come anche si facciano azioni mirate al miglioramento della politica abitativa. Solo così si potrà dare una risposta, anche se parziale, alla sofferenza e al disagio di tante persone che hanno lavorato una vita intera e che ora non vedono il giusto riconoscimento per i loro sacrifici .
Le tre organizzazioni Sindacali si attiveranno presso i propri iscritti, che complessivamente sono più di 150.000, per promuovere iniziative e manifestazioni che portino avanti sia le idee che le rivendicazioni insieme alle proposte per migliorare la vita e il futuro della popolazione anziana.
Giovanna Zippilli SPI/CGIL Luigi Pietrosimone FNP/ CISL Giovanni Orsini UILP/ UIL