Così il segretario generale Ivan Pedretti dalla sua pagina facebook al termine dell'incontro con il governo. "Nessuno ci ha regalato niente e questa intesa è il frutto della nostra determinazione e della lotta dei pensionati e dei lavoratori. Non portiamo a casa tutto e ci vorrà ancora del tempo per riuscire a fare a pieno quello che vorremmo. Ma penso che quello di oggi sia davvero un buon punto di partenza. Per il sindacato e per le persone che ogni giorno cerchiamo di rappresentare".
PENSIONI, COSA PORTIAMO A CASA
Dopo la mobilitazione unitaria del 2 aprile e la manifestazione del 19 maggio a Roma si è aperto il tavolo con il governo sulle pensioni. Dopo quattro mesi di confronto il 28 settembre abbiamo sottoscritto un protocollo d'intesa. Questi i risultati che abbiamo raggiunto.
Per i pensionati
NIENTE TASSE. Chi ha un reddito fino a 8.125 euro l'anno non le pagherà più, né quelle nazionali né quelle locali. In questo modo la cosiddetta "no tax area" viene definitivamente equiparata a quella dei lavoratori dipendenti.
PIU' SOLDI ALLE 14ESIME. Saranno aumentate del 30% per chi ha un reddito mensile fino a 750 euro. Sono interessati circa 2,1 milioni di pensionati. Le riceveranno per la prima volta anche tutti quelli che hanno un reddito mensile fino a 1.000 euro. In questo caso gli interessati sono circa 1,2 milioni di pensionati.
PENSIONI RIVALUTATE. Dal 2019 si ritorna al meccanismo di rivalutazione delle pensioni antecedente a quello Monti-Fornero che consente una maggiore tutela del potere d'acquisto. C'è inoltre l'impegno ad aumentare la base di calcolo della pensione.
Per i pensionandi
RICONGIUNZIONI GRATUITE. Non si pagherà più la riunificazione dei contributi versati in diverse gestioni previdenziali.
LAVORATORI PRECOCI. Cancellate le penalizzazioni per l'accesso alla pensione prima dei 62 anni. I lavoratori che hanno 12 mesi di contributi anche non continuativi prima del compimento dei 19 anni che sono disoccupati senza ammortizzatori sociali, in condizione di salute che determinano una disabilità e occupati in alcune attività particolarmente gravose potranno inoltre andare in pensione con 41 anni di contributi.
LAVORI USURANTI. Cambia la legge vigente. Ci saranno meno vincoli per l'accesso alla pensione e l'eliminazione della finestra mobile e dell'attesa di vita.
APE SOCIALE. Con l'anticipo pensionistico agevolato chi ha 63 anni potrà andare in pensione 3 anni e 7 mesi prima. I costi saranno coperti dallo Stato attraverso specifiche detrazioni fiscali.
APE VOLONTARIA. Ha invece costi molti alti per i lavoratori ed è per questo che su questo punto il nostro giudizio è negativo. Nel caso dell'Ape agevolata e dei lavoratori precoci il nostro giudizio è legato alla definizione delle platee interessate, che sarà oggetto di un ulteriore confronto tra sindacati e governo.
(Roma, 28 settembre 2016)