CONTRAE I CONSUMI, ACCENTUA LA RECESSIONE, CREA NUOVA DISOCCUPAZIONE
La “manovra” porta via la tredicesima di chi ancora lavora e dei pensionati, rende più precari i precari, più poveri quelli già sotto la soglia di povertà. Tocca al parlamento introdurre correttivi nel segno dell’equità.
In particolare CGIL – CISL – UIL chiedono: - che rimanga l’indicizzazione per le pensioni medio basse - che i contributi per andare in pensione di anzianità rimangano a 40 anni, senza penalizzazioni - che siano tutelati tutti i lavoratori che sono o andranno in mobilità perché espulsi dal ciclo produttivo - che sia più graduale l’innalzamento dell’età pensionabile per le lavoratrici - che l’imposta sulla casa sia progressiva (altrimenti ricade, soprattutto, sui redditi medio bassi) e che una quota del gettito vada ai Comuni che altrimenti saranno costretti a introdurre nuove tasse per pagare i servizi - che si attui la riforma degli strumenti a sostegno del reddito (i cosiddetti ammortizzatori sociali)
NON E’ VERO CHE E’ UNA QUESTIONE DI RISORSE E NEPPURE UNA QUESTIONE DI TEMPI STRETTI E’ SOLO UN PROBLEMA DI VOLONTA’ POLITICA
Il parlamento può e deve chiedere, a parità di saldi, di recuperare più risorse da: - un’imposta sulle grandi ricchezze, - la tassazione vera dei capitali portati all’estero, - la tassazione dei capitali collocati in Svizzera sull’esempio di quanto hanno fatto gli altri paesi europei, - la vendita ed il canone sulle frequenze televisive, - la riduzione delle spese militari, come l’annullamento dell’acquisto di 131 bombardieri F35