Una manovra votata dal Parlamento contro la quale la protesta continuerà anche nella nostra regione. E questo perché in Abruzzo i tagli agli enti locali e l’assenza di politiche a favore della crescita (per i nostri calcoli il Pil scenderà dello 0,8%: il colpo di grazia per l’economia italiana) si aggiungeranno ad una riduzione generalizzata degli stanziamenti sociali che porterà a sopprimere i servizi essenziali a favore degli anziani soli e poveri. Molti dei quali, in Abruzzo, lo abbiamo già detto, in media non arrivano a 700 euro di pensione. D’altra parte non possiamo dimenticare che nella nostra regione ai ticket per la farmaceutica (che paghiamo già) si aggiungeranno anche i ticket sulla diagnostica, la specialistica e il pronto soccorso. Un’altra legnata per i pensionati, tra i principali fruitori di questi servizi e che pagheranno un pedaggio all’assenza totale delle strutture sanitarie territoriali. Lo stesso assessore Gatti, inoltre, ha annunciato ai sindacati che lo stanziamento di 30 milioni previsto per gli interventi sociali verrà decurtato per oltre la metà, sicché neppure i piani di zona appena approvati potranno essere attuati come previsto.