Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, hanno organizzato diverse iniziative su tutto il territorio molisano coinvolgendo realtà locali e non solo per riflettere su temi ancora oggi, purtroppo, sempre più attuali.
Un filo rosso ha attraversato e tenuto insieme le varie iniziative: la convinzione che la Democrazia passa per la libertà delle donne.
La prima iniziativa il 13 novembre a Venafro (IS), Palazzina Liberty, presentazione del libro “Partigiane” di e con Amalia Perfetti co-autrice. Storie di incredibile coraggio e di immensa libertà, narrate in prima persona, di dieci donne che decisero di partecipare alla Resistenza e che, dopo il 25 aprile, continuarono a fare grandi cose per la Repubblica. Troppo spesso identificate come figure minori della Resistenza – una costante che purtroppo riguarda tuttora le donne in ogni campo –, imbracciarono anch’esse le armi, in montagna e in città, fecero le “staffette”, ciclostilarono volantini con cui diffondevano le proprie idee. Idee di pace, idee di libertà, idee di uguaglianza, idee per un’Italia e un’Europa diverse da quelle in cui erano cresciute. Un modo significativo per trattare anche il tema tristemente attuale che è quello della violenza sulle donne.
Il 16 novembre a Termoli (CB), Castello Svevo, presentazione del libro “Una femmina calabrese” di e con Paolo De Chiara. La storia di Lea Garofalo, la donna-coraggio che si è ribellata alla 'ndrangheta, che ha tagliato i ponti con la criminalità organizzata. Lea ha conosciuto la 'ndrangheta da vicino: come tante donne, ha subìto la violenza brutale della mafia calabrese. Ha denunciato quello che ha visto, quello che ha sentito: una lunga serie di omicidi, droga, usura, minacce, violenze di ogni tipo. Ci insegna che dobbiamo avere il coraggio di parlare e di dar voce alle donne e agli uomini che hanno testimoniato la violenza nelle sue mille sfaccettature.
Il 17 novembre a Isernia, Sala gialla della Provincia, proiezione del film "Amore rubato". Un film drammatico del 2016 diretto da Irish Braschi, liberamente tratto dall'omonima raccolta di racconti di Dacia Maraini che racconta le storie di 5 donne diverse tra loro, per età ed estrazione sociale, ma accomunate dall'esperienza di un amore violento, morboso, che fa male. Storie ispirate a reali fatti di cronaca, che affondano nel quotidiano e che s'intrecciano per dare vita ad un unico grande affresco. Una forte testimonianza che l'amore non deve essere mai ossessivo, morboso e mai sfociare in forme di violenza. L'amore coincide con il rispetto sempre.
Il 25 novembre a Campobasso nella Giornata contro la violenza sulle donne era previsto un flashmob e l'inaugurazione di una panchina rossa nel parco comunale per dire no alla violenza sulle donne e per ricordare tutte le donne vittime di femminicidio. A causa del maltempo le intervenute si sono riunite nella sede della Cgil per una riflessione e un confronto sul tema. Importante esserci in questa giornata per ricordare una piaga della nostra società frutto di una cultura patriarcale. Parlare e mai tacere.
Il 26 novembre ad Oratino (CB), auditoriun comunale, spettacolo teatrale "Femminopatie, il ritorno" della compagnia Actory Art di Caserta. Cinque attrici e cinque musicisti affrontano con profondità ed ironia il problema della violenza con gli occhi delle donne per far conoscere, attraverso questa rappresentazione teatrale accompagnata dalla musica, le molteplici sfaccettature perchè come ha dichiarato la regista dello spettacolo Vittoria Sinagoga "Se ci conosci, non ci uccidi!". Uno spettacolo che ha fatto riflettere: emozionante e forte. Parlare della violenza sulle donne sempre, anche attraverso l'arte.
Il 30 novembre a Campobasso, Sala Giovannitti Cgil, presentazione del libro "Mostri. Quando non c'è più l'amore" di e con Giovanni Mancinone. Dieci capitoli, undici vittime. Le cronache raccontate hanno in comune territori dove apparentemente il vivere è quieto e tutto è vicino. E vicini, troppo vicini sono gli assassini: tutti maschi. In comune tra le storie raccolte, indagate e raccontate da Giovanni Mancinone c’è anche un altro elemento. Si poteva evitare. Bastava dire, non nascondere, non aspettare. In alcuni casi, ci sono colpe pubbliche. In tutti, segreti privati, nascosti per la paura di rompere la patina del quieto vivere. Le cronache ignorano le differenze tra sud e nord, campagne e metropoli, poveri e ricchi, e compongono una unica storia, quella di un Paese nel quale le donne sono infinitamente più forti rispetto a soli pochi decenni fa, ma troppo spesso pagano la loro forza, la loro indipendenza, il loro “no”, con la vita. Per questo è necessario agire e parlare sempre, tutto l’anno