Istituite dopo la legge che ha decretato la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari, oggi in Italia sono 23 le residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza, organizzate come presidi sanitari e non come 'prigioni': d’altra parte, le REMS sono strutture che debbono assicurare la cura e non la custodia: sebbene volgarmente vengano ancora associate a case circondariali, parliamo di luoghi di riabilitazione per persone che hanno commesso reati – va sottolineato che per lo più si tratta di reati minori- nella maggioranza dei casi in una fase acuta della patologia di cui soffrono e non curata adeguatamente.
Tant’è vero che vi lavorano operatori sanitari con l’unico obiettivo di assicurare la cura ed il reinserimento sociale.
Ebbene, tra le strutture italiane la REMS di Barete è un vero e proprio fiore all’occhiello: a dirlo, è l’Osservatorio sul superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari e sulle Rems che, in sostanza, è una evoluzione della lunga campagna 'stopOPG' per la chiusura dei manicomi giudiziari e si occupa, in collaborazione con Antigone, di tutela della salute mentale, osservando, attraverso delle visite periodiche, se e come è assicurato il rispetto dei diritti dei pazienti.
D’altra parte, a parlare sono i numeri. La struttura di Barete, logisticamente costituita da 7 moduli abitativi, ciascuno dei quali composto da camere da letto e servizi, ma anche da una zona cucina-salotto, ha ospitato fino ad oggi 49 pazienti, 6 femmine e 43 maschi (45 di nazionalità italiana). Dei 49 ingressi in REMS, soltanto 3 pazienti sono stati riammessi una seconda volta dopo una prima dimissione; di questi, 2 pazienti per violazioni delle prescrizioni previste nell’ordinanza di applicazione della Libertà Vigilata, con conseguente aggravamento della Misura di Sicurezza da non detentiva a detentiva, ed 1 paziente per emissione di una nuova ordinanza di applicazione di Misura di Sicurezza in REMS. Nell’arco dei due anni e mezzo circa, sono stati dimessi 29 pazienti; 20 hanno avuto la sostituzione della Misura di Sicurezza detentiva con la Misura della Libertà Vigilata: di questi, 14 hanno avuto la Libertà Vigilata in Comunità Terapeutica e 5 presso il proprio domicilio. Altri 2 pazienti sono stati trasferiti in un’altra REMS di competenza territoriale, rispettivamente in Emilia Romagna ed in Sicilia. Ben 8, invece, sono stati dimessi, tornando presso la propria abitazione ed affidati ai servizi di competenza territoriale con revoca della Misura di Sicurezza.
Risultati assolutamente rilevanti che testimoniano la bontà del lavoro che si svolge a Barete, e nonostante i problemi: da una parte, infatti, si registrano criticità al momento delle dimissioni per la difficoltà dei Dipartimenti di Salute Mentale di approntare dei progetti di reinserimento dedicati, come prevede la legge; dall’altra, per la specificità della REMS di Barete che, ad oggi, è una struttura ancora provvisoria: ricorderete che, in un primo momento, la residenza doveva sorgere a Ripa Teatina (Chieti), ed era previsto uno stanziamento di oltre 4 milioni di euro per realizzarla. Tuttavia, stante i ritardi nell’applicazione del disposto normativo, alcune Regioni sono state, di fatto, ‘commissariate’, e così, visti i tempi stretti, la Asl territoriale ha proposto la residenza di Barete, già disponibile.
Due anni e mezzo dopo, però, non è stata ancora resa definitiva, con la conseguenza che non ci sono finanziamenti adeguati e non si può fare programmazione, con la struttura che vive in una specie di ‘limbo’ e il personale - 21 operatori, tra l’altro sottodimensionati rispetto alle necessità - che resta precario. Di fatto, Abruzzo e Molise coprono a rendicontazione le spese correnti non avendo ancora formalizzato l’accordo di programma da sottoporre al Ministero della Salute. E i 4 milioni di euro che erano stati inizialmente stanziati per realizzare una struttura a Ripa Teatina restano ‘congelati’, con la sensazione che possano anche esserci pressioni politiche affinché i fondi vengano dirottati altrove.
Sarà il tempo a dirlo.
Di certo, l’esperienza di Barete è assolutamente virtuosa, se è vero – come si legge nella ‘Relazione per il superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari' del Commissario Corleone, per il periodo agosto 2016 – febbraio 2017 – che si è assistito per molti pazienti ad un “superamento dello stigma e del pregiudizio” sociale, essendo perfettamente integrata nel territorio. Della Rems si parla anche nella 'Relazione sull’amministrazione della giustizia nel distretto della Corte di Appello di L’Aquila', redatta dal Presidente della Corte di Appello di L'Aquila, Fabrizia Francabandera, nel gennaio 2017, che descriveva la struttura come “moderna, estremamente ospitale, che mostra sin dall’aspetto l’abisso che la separa dagli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, ormai definitivamente chiusi” e che sottolineava come nella stessa, durante il primo periodo di funzionamento, non siano “insorti inconvenienti nella esecuzione delle misure, sia provvisorie che definitive”.
Sono diverse e articolate le iniziative che coinvolgono quotidianamente i pazienti. Dal progetto psico – riabilitativo ‘Aria Pulita’, che si declina in un calendario settimanale strutturato in cinque uscite nel territorio di Barete, Pizzoli e L’Aquila che insegnano ai pazienti ad interessarsi quotidianamente della propria persona in termini di consapevolezza corporea, condivisione di esperienze comuni e acquisizione di nuovi modi di relazionarsi, al servizio civile, con un ospite della REMS che, dal settembre 2017 al settembre scorso, è stato inserito nel progetto “Let’s go” promosso dal Centro Servizi di Volontariato (CSV) dell’Aquila, acquisendo, oltre le abilità lavorative previste dal progetto, anche un progressivo grado di autonomia nell’organizzazione degli orari e delle attività. A luglio 2018, lo stesso ospite ha partecipato al bando per il Servizio Civile Nazionale-Garanzia Giovani, promosso ancora dal CSV, risultando nuovamente idoneo. E poi è stato avviato il progetto di ‘spesa autonoma’, nell’ambito del quale in due uscite settimanali, accompagnati da due operatori sanitari, alcuni pazienti si recano negli esercizi commerciali presenti nelle vicinanze della REMS per effettuare la spesa per sé e per gli altri ospiti. E ancora, da giugno scorso un altro paziente della struttura è impegnato in un tirocinio formativo presso una società aquilana che si occupa di efficientamento energetico.
Il progetto più interessante, però, verrà a valle del Protocollo d’intesa che stanno per siglare Comune di Barete ed Asl per sperimentare l'inserimento di ospiti della REMS in attività di lavoro volontario e gratuito: l'Amministrazione Comunale di Barete intende promuovere, nell'ambito del proprio territorio, la realizzazione volontaria di attività di pubblica utilità da parte degli ospiti della struttura, con particolare riferimento all’ambito della tutela e la valorizzazione del patrimonio comunale e ambientale, della cura e della piccola manutenzione delle aree verdi dei MAP e di altri parchi e giardini del comune e frazioni. A dire del livello d’integrazione raggiunto.
Tutti i pazienti, inoltre, hanno la possibilità di effettuare uscite esterne per soddisfare le loro esigenze di base, dal taglio dei capelli all’acquisto di capi d’abbigliamento, e sono diverse le uscite ludico-ricreative che vengono organizzate periodicamente.
E poi ci sono le attività che vengono svolte all’interno della struttura, dal gruppo cucina alle attività riabilitative fino al cineforum e alla cura di un piccolo orto. Da ottobre 2018 sono stati riavviati, inoltre, il Progetto “TAO”, già realizzato da settembre 2016 a giugno 2017 a cura dell’Associazione di Volontariato Percorsi, nel quale sono previsti due incontri settimanali strutturati con istruttori specializzati in attività motorie ed il progetto “Ho un talento per te” a cura dell’Associazione Culturale Calliope che ha l’obiettivo di stimolare le abilità cognitive di base dei pazienti; da settembre 2018, invece, è partito il Progetto “Radio Stella 180-Voci dalla REMS”, promosso dall’Associazione 180amici dell’Aquila, che prevede due incontri settimanali duranti i quali i pazienti si stanno formando con speaker radiofonici e tecnici audio per creare un format radiofonico specifico per la REMS.
Anche per questo, la struttura di Barete è tra quelle che hanno registrato il minor numero di casi di allontanamento in Italia. Altro che struttura non adeguata come aveva denunciato, giusto un anno fa, il consigliere regionale di Forza Italia Mauro Febbo, che aveva chiesto di “verificarne lo stato d’efficienza e la sicurezza dei pazienti”.
Piuttosto, Regione Abruzzo dovrebbe muoversi per rendere definitiva la REMS di Barete. Fino ad oggi, la situazione è rimasta congelata per l'inerzia dell’Ente che, di fatto, non ha provveduto ad una variazione di bilancio che dovrebbe sbloccare i fondi, il 5% del finanziamento complessivo è di competenza regionale (il Molise li ha già destinati in bilancio) e il 95% ministeriale. Tra l’altro, non è stato ancora rimodulato l’accordo di programma che prevedeva la realizzazione della REMS a Ripa Teatina. Una impasse non più sopportabile.
Altri problemi attengono alla perfetta applicazione della legge 81/2014 che considera le REMS una extrema ratio e privilegia, di contro, misure di sicurezza non definitive. Purtroppo, negli ultimi anni si è registrato un ricorso eccessivo dei giudici alle misure detentive, senza che fossero presi in considerazione percorsi alternativi pure previsti, come la libertà vigilata o strutture di altra natura. Tanto è vero che si sono create ovunque delle liste d’attesa: stando a Barete, ad oggi ci sono 20 pazienti (la legge stabilisce che non possano essere ospitati più di 20 pazienti e struttura): ebbene, ci sono 18 pazienti – 15 maschi e 3 femmine – che attendono un posto letto, 4 destinatari di una Misura di Sicurezza Definitiva e 14 di una Misura Provvisoria.
Succede in tutta Italia.
Si pensi che in Abruzzo, nel 2011, erano 30 i pazienti che avevano bisogno di un posto in REMS; negli anni, si è scesi fino a 18. Quando la struttura di Barete ha aperto, c’erano 13 persone. Poi, l’impennata fino ai dati attuali. Come detto, segno di una non corretta applicazione della Legge e delle criticità, già segnalate, nel reinserimento dei pazienti che potrebbero essere dimessi, stante le difficoltà dei servizi territoriali. Per risolvere il problema, alcune Regioni hanno costituito dei tavoli tecnici tra magistratura, dipartimenti di salute mentale e REMS per ridefinire i criteri delle misure di sicurezza e ottimizzare i percorsi di cura.
Anche in Abruzzo il coordinamento ‘stop Opg’ ha chiesto la costituzione di un tavolo ma, ad oggi, non ci sono state risposte. Piuttosto, la volontà sembrerebbe quella di aumentare i posti letto. In questo senso, l’Ente ha già chiesto alle Asl la disponibilità di strutture di loro proprietà velocemente convertibili a REMS sebbene la risposta negativa fosse più che scontata. Ciò significa che si potrebbe ripiegare anche su strutture private accreditate, con l’aumento delle rette. Il rischio è che la logica rimanga sempre la stessa a fronte delle novità legislative. Altra ipotesi è che si potrebbe costruire un’altra Rems, tirando fuori dal cassetto, magari, il progetto di Ripa Teatina.
Le norme, però, dicono altro e, lo ribadiamo, chiariscono come la REMS sia soltanto l’ultima delle possibilità, l’extrema ratio, per non correre il rischio di volgere in negativo la rivoluzione portata dalla Legge Basaglia prima e dalla Legge 81 poi. Ecco, la Regione dovrebbe concentrarsi su questo, sulla corretta applicazione delle norme avviando il tavolo richiesto da ‘stop Opg’ e, contestualmente, liberando le risorse rendendo definitiva la struttura di Barete a servizio di Abruzzo e Molise, una realtà d’eccellenza per il nostro sistema sanitario.