Ma vedo anche tante case vuote, palazzi in cui non c'è nessuno e sento parlare di affitti iperbolici. Questa roba non va, non si è speso e non si è investito per creare posizioni di rendita. E' vero che non furono previsti dei vincoli d'uso però deve esserci anche un senso di dovere civile da parte degli aquilani, soprattutto nei confronti dei giovani e degli studenti”.
Fabrizio Barca condivide il monito lanciato da Paolo Berdini, urbanista e assessore in pectore nella giunta della nuova sindaca di Roma Virginia Raggi: c'è un'ombra che grava sulla ricostruzione dell'Aquila che si chiama gentrification.
Tra qualche anno il centro della città rischia di diventare una sorta di ridotta dell'alta borghesia, un luogo abitato solo da ricchi, visto che nel frattempo, a causa degli affitti troppo alti, tutti gli abitanti che lo popolavano prima del terremoto – residenti storici e studenti – saranno andati via.
“Berdini ha ragione, c'è questo rischio” afferma Barca, che insieme al segretario generale della Cgil Susanna Camusso ha inaugurato, ieri pomeriggio, la festa nazionale dello Spi Liberetà, in programma all'Aquila fino al 1° luglio.
“Potrebbero formarsi posizioni di rendita da parte di persone che siedono su un patrimonio di grande valore da cui traggono benefici e che magari domani potrebbero anche rivendere, quando saranno venuti meno alcuni vincoli di legge. Affinché ciò non accada ci sono gli aquilani, che devono sentire il dovere di aprire queste case, ridurre il prezzo degli affitti, far rientrare gli studenti dentro la città. Bisogna rifare un de minimis come Dio comanda che consenta ai commercianti disposti a rischiare di rientrare in centro, affinché possano riaprire non 20 ma 60 negozi e non solo bar ma anche negozi di abbigliamento. I processi di sviluppo non sono cose monumentali, sono piccoli processi”.
Per rilanciare lo sviluppo e le attività produttive ci sono a disposizione i fondi del 4%, una rimodulazione del plafond del 5% che proprio Barca, ministro della Coesione territoriale con delega alla ricostruzione all'epoca del governo Monti, volle istituire per legge.
“Quei soldi andranno spesi bene e in fretta” ha detto il segretario provinciale della Cgil L'Aquila Umberto Trasatti “Il fattore tempo non è più una variabile indipendente, se non faremo le cose velocemente tanti giovani andranno via da questa città. Molti lo hanno già fatto”. Qualche settimana fa si sono chiusi i termini per la presentazione delle domande per accedere ai fondi destinati ai Comuni del Cratere e stanziati per turismo e cultura (12 milioni di euro). In autunno, probabilmente, saranno pubblicati anche i bandi per le attività produttive e lì la torta sarà molto più sostanziosa: 300 milioni di euro. Il vice presidente della Regione Giovanni Lolli ha già detto che verranno finanziati solo progetti ad alto valore aggiunto.
L'Aquila del futuro dovrà diventare un polo dell'innovazione, dell'alta formazione e della ricerca. Un mattone molto importante è già stato messo con il Gran Sasso Science Institute, la cui nascita fu fortemente voluta dallo stesso Barca. Un'intuizione dimostratasi vincente, visto che il Gssi la scorsa settimana è diventato ufficialmente una scuola universitaria avanzata come la Sissa di Trieste e la Sant'Anna di Pisa.
“E' un enorme soddisfazione” commenta oggi Barca “Il Gssi non è solo una perla, è un animale che vive nella città. La cosa più bella è vedere il collegamento tra i suoi studenti, giovani provenienti da tutto il mondo, e tutto il pianeta delle associazioni nate dalle 3:32 in poi. Questo legame locale-globale è una relazione interessante, certo da sola non basta ma è molto importante”.
Camusso: “Ricostruzione ancora troppo lenta”
“La ricostruzione sta procedendo troppo lentamente e sconta ancora troppi ritardi” come provano del resto i numeri sulla cassa integrazione e la disoccupazione che sono alti anche “nel più grande cantiere d'Europa”. “Le new town hanno messo in discussione il tessuto sociale, la comunità. Bisogna recuperare un'idea di città in tutte le sue caratteristiche attraverso il rilancio dell'università e di quel tessuto industriale e produttivo che il terremoto ha messo in grande difficoltà”.
A dirlo è stata il segretario generale della Cgil Susanna Camusso, che, oltre che sull'Aquila, si è soffermata ad analizzare anche la situazione nazionale e internazionale: “Non solo L'Aquila ma anche l'Italia è da ricostruire, a partire dal lavoro e dall'occupazione.
Un sistema di previdenza flessibile e adeguato alle condizioni di lavoro può aiutare questo processo, per restituire certezze ai lavoratori e ai giovani. E' il tema che Cgil Cisl e Uil hanno messo al centro della piattaforma presentata al Governo. Il sistema previdenziale attuale non regge, bisogna costruirne uno nuovo. Abbiamo ascoltato le proposte del Governo che, al di là della loro fattibilità e sostenibilità, non vanno al cuore del problema, che è quello di come cambiare la legge in vigore, che così com'è non va bene. Le soluzioni che ci sono state proposte sono delle vie laterali. Abbiamo un sistema previdenziale che non dà certezze alle persone”.
Riguardo l'Europa, alle prese con le conseguenze e le incognite legate all'uscita della Gran Bretagna dall'Unione, la Camusso osserva come l'Europa come continente ma soprattutto come comunità politica sia “di fronte a un'ultima occasione. Ciò che ha determinato questi movimenti contrari all'Europa deriva dal disagio sociale, dai problemi dell'occupazione, dall'assenza di progetti, certezze e prospettive per le persone. Se ci si limita a confermare l'esistente, si rischia di essere autori di un'ulteriore disgregazione dell'Europa”.