Sono tante, molte di più di quei due o tre nomi noti. Hanno cominciato ad affacciarsi sulla scena pubblica italiana a partire dalla metà dell’800, nei moti di rivolta del Risorgimento a Milano, Napoli e Roma; hanno proseguito lungo tutto l’800 e la prima metà del ‘900 prendendo parola pubblica e scrivendo, per chiedere diritti nel lavoro e nella politica, a partire dal diritto primario di voto. Furono intellettuali, giornaliste, organizzatrici di associazioni, di leghe per il lavoro e di mutuo soccorso, maestre e scrittrici, redattrici di giornali femminili e di riviste, inventrici di forme anticipatrici di welfare. Nomi per lo più dimenticati, fuori dai libri di storia e di letteratura. E’ importante sapere che le donne non sono orfane di madri, che il soggetto femminile si è conquistato sul campo e nel tempo quell’autorevolezza che sembra continuamente messa in discussione. Che questa nostra Italia è nata anche grazie all’impegno di centinaia di donne.