Cittadini sempre più tartassati e abbandonai dalle istituzioni. Questa la fotografia di un territorio problematico sia dal punto di vista dei servizi che della sua vivibilità, che traccia un quadro preoccupante per la nostra salute pubblica. A farne le spese sono maggiormente i pensionati, primi ammortizzatori sociali all’interno delle nostre famiglie. In una fase di crisi in cui: il lavoro per le nuove generazioni è diventato ormai un miraggio, i contratti di lavoro non vengono rinnovati, le aziende chiudono ormai quotidianamente, i redditi sia da lavoro sia da pensioni vedono una costante perdita del loro potere di acquisto e i tagli alla spesa pubblica impediscono alle Istituzioni Locali, di garantire i servizi essenziali e di investire in salute, non solo cala la qualità della vita, ma cambia anche la fiducia e il modo di sperare delle persone.
Il piano di riordino della Sanità, fatto a discapito delle persone più fragili, che doveva servire a garantire una sanità a misura di cittadino, con una reale presa in carico del bisogno assistenziale, per dare maggiori garanzie e qualità di cura, avrebbe già dovuto decollare in tutto il territorio Regionale, invece i cittadini sono costretti a difendere a denti stretti, quel poco che resta di un Ospedale quale unico punto di riferimento sanitario delle nostre piccole Comunità.
Ci arrivano giornalmente segnali sempre più preoccupanti di cali di qualità e quantità dei servizi e di prestazioni, caos nelle attese, con l’unica certezza che le persone e, di questi molti anziani, sono costrette a rinunciare alle cure mediche, perché impossibilitati a recarsi nei presidi, ormai sempre più lontani dalle loro possibilità, sia territoriali che economiche. Chiediamo più coraggio, nell’aprire un confronto vero con la cittadinanza tutta, con le Associazioni, le Organizzazioni Sindacali, per chiedere loro di cosa ci sarebbe bisogno, per migliorare la qualità della vita delle persone, e per far si che la politica e le scelte portate avanti siano veramente comprese da chi vive quella realtà e le problematiche di quei territori, ma soprattutto capire quale idea di Sanità ha oggi la Regione Abruzzo e l’Assessore Paolucci? Pensiamo che solo esaminando le esigenze effettive, al di la dei numeri, ma partendo da questi, si può decidere un piano di investimenti mirato, alla gestione dei punti deboli e al potenziamento dei punti di forza, di un sistema che a costo di enormi sacrifici, deve mettere in primo piano la salute delle persone. All’Assessore Paolucci vogliamo mandare un messaggio, i cittadini non vogliono né guardare indietro né essere conservatori, loro vedono la realtà che in questo particolare momento corrisponde alla “totale incertezza” delle loro reali condizioni.
Gianna Paola Di Virgilio Segretario Provinciale SPI CGIL Chieti