L'iniziativa, organizzata dal Coordinamento Donne Spi Cgil Chieti, dopo il saluto della Segretaria Generale Alessia Antenucci e della Responsabile provinciale del Coordinamento Donne Anna Piccone, con la proiezione del film Come Pietra Paziente, una pellicola del 2012 diretta da Atiq Rahimi, e la testimonianza diretta della professoressa Somayeed Mahmoud ha fatto toccare con mano la complessità delle condizioni di vita subite dalle afghane con il ritorno al potere dei talebani.
Protagonista una donna, una donna senza nome che nell’Afghanistan moderna cerca di raggiungere l’emancipazione con il solo potere della parola che diventa strumento di azione e battaglia.
Il film crudo e intenso racconta il coraggio di questa donna che prende coscienza della propria femminilità grazie a un processo di autoanalisi liberatoria. Una giovane donna afgana, tra le macerie di una città in guerra, si prende cura del marito, ridotto allo stato vegetale da una ferita recente. Circondata dalla violenza degli scontri e abbandonata dai familiari, la donna si troverà ad aprire le proprie frustrazioni e paure al silenzioso corpo del marito, rivelandogli un pezzo alla volta le ombre di una vita insieme. Riuscirà così a trasformare il corpo vivo e immobile del marito nella sua “pietra paziente”, alla quale confidare ricordi, angosce, segreti e speranze, fino a che la pietra non sia pronta a frantumarsi per lasciare la giovane moglie libera.
La ‘syngué sabour’ nella tradizione popolare afghana è la “pietra paziente” cioè una pietra magica alla quale è possibile raccontare tutti i segreti, le sofferenze, le difficoltà. La pietra si carica di queste rivelazioni fino a quando si frantuma.