"Dati Svimez per l'Abruzzo: se da un lato migliorano lievemente i parametri di Pil ed export, dall'altro permangono contraddizioni evidenti e difficoltà strutturali. Gli esponenti della Giunta regionale dovrebbero mostrare più prudenza nei commenti, soprattutto se si considera che sull'attuazione del Masterplan non si sa più niente e che c'è un ritardo consistente e certificato nell'impiego delle risorse della programmazione 2014-2020, ancora più preoccupante proprio alla luce delle contraddizioni emerse". Così il segretario della Cgil Abruzzo, Sandro Del Fattore, commenta i dati emersi dal rapporto Svimez, sottolineando che "le dichiarazioni entusiaste dell'assessore Silvio Paolucci ci sembrano fuori luogo".
"E' vero che aumenta l'export, dato non nuovissimo - sottolinea Del Fattore - ma tale incremento si concentra su un gruppo di aziende da tempo vocate ai mercati internazionali. Così come aumenta, di poco, il Pil, ma tutto questo mentre permangono delle contraddizioni stridenti che caratterizzano l'Abruzzo". Il segretario della Cgil cita, tra l'altro, "le difficoltà incontrate dalle piccole imprese, che lavorano per un mercato interno ancora asfittico", lo "spopolamento, con Basilicata e Abruzzo in testa per il numero di persone che abbandonano il territorio, soprattutto giovani e laureati con alta qualifica" e i dati sulla povertà, perché "l'Abruzzo ha la più alta percentuale di crescita in Italia di povertà relativa , con 80mila famiglie interessate dal fenomeno e 350mila in un'area di vulnerabilità sociale.
L'Abruzzo, inoltre, insieme al Molise - aggiunge - è una delle regioni che registrano la più bassa dinamica di spesa delle famiglie, mentre, secondo i dati dell'Osservatorio sul precariato dell'Inps, aumenta solo il lavoro a termine, anche della durata di pochi mesi". "A tutto questo - osserva ancora Del Fattore - si aggiunge il fatto che, analizzando i singoli settori, si registra un vero e proprio crollo in quello delle costruzioni, nonostante vi sia il cantiere più grande d'Europa, cioè L'Aquila. In una regione in crisi ci vorrebbero investimenti in grandi infrastrutture e risanamento del territorio, soprattutto in una situazione, come evidenzia lo stesso rapporto Svimez, in cui l'anno prossimo ci sarà un rallentamento di una crescita già fragile che colpirà in particolare le regioni del centro-Sud".
"Ci sarebbe bisogno di spendere al meglio le risorse comunitarie. Tutti i presidenti delle Regioni del Mezzogiorno, inoltre, dovrebbero impegnarsi per aprire un confronto con il Governo per gli investimenti pubblici tagliati. Si pensi, ad esempio, che nell'ambito delle infrastrutture ferroviarie, negli ultimi anni, sono stati investiti 44 miliardi al Nord e solo 14 milioni per le regioni del Mezzogiorno, che sono quelle che più ne hanno bisogno. E' su questo che bisognerebbe davvero invertire la tendenza", conclude Sandro Del Fattore.