appresa a mezzo stampa la decisione della Giunta Regionale d’Abruzzo di estendere la vaccinazione Covid-19 in via prioritaria anche a categorie professionali non considerate dal Ministero della Sanità appartenenti alla prima fascia di rischio, richiamano i criteri di priorità delle “vaccinazioni anti-covid”, peraltro riconfermati dall'Assessore Verì alle OO.SS. nell'incontro svoltosi il 5 marzo u.s. ma disattesi con l'apertura a categorie non prioritarie, ed esprimono la più ferma protesta per il mancato rispetto di detti criteri di priorità.
La decisione assunta dalla dalla Giunta Regionale, oltre ad essere in palese contraddizione con gli indirizzi del Governo e delle stesse dichiarazioni e rassicurazioni della GR, non è condivisibile perché introduce elementi di valutazione arbitrari che amplia la fascia delle priorità aprendo una contrapposizione tra categorie e perdendo di vista i criteri di fragilità, dell'età e dell'esposizione al rischio reale.
Si apre quindi anche in Abruzzo, nonostante il chiaro indirizzo ribadito recentemente dal Presidente del Consiglio Draghi, un sistema di “aggancio” alle figure socialmente più forti e non socialmente più esposte al rischio.
Si tratta di una decisione sbagliata, perché mette in una inutile contrapposizione i diritti degli anziani e delle persone fragili con i diritti delle diverse categorie di lavoratori e di tutti i cittadini che devono essere vaccinati.
I segretari, anche alla luce delle recenti proteste dei Sindaci delle zone interne per l'impossibilità a rassicurare i propri cittadini anziani dei rispettivi Comuni, auspicano un doveroso ed urgente chiarimento verso tutti cittadini abruzzesi e ridare credibilità al Piano Vaccinale presentato. Allo stesso tempo si augurano una maggiore corretta coerenza nel sistema delle relazioni tra Giunta Regionale e OO.SS. “