da rassegna.it Un appuntamento in una fase di grande difficoltà per le anziane e gli anziani sottolineato, aprendo i lavori della due giorni, dal segretario generale dello Spi Cgil Carla Cantone: “Non ne possiamo più di subire atti prepotenti sulla pelle dei pensionati e per questo ci rivolgiamo alle forze politiche che si candidano a governare il paese chiedendogli di impegnarsi sul lavoro, sul welfare e per la redistribuzione della ricchezza”.
“Chiediamo innanzitutto – ha continuato Cantone – che si rimetta al centro il lavoro e lo sviluppo perché senza lavoro per i giovani pagano anche gli anziani, che si investa sul welfare per determinare giustizia sociale e uguaglianza nella sanità e nell’assistenza e che si dia vita ad una diversa ed equa redistribuzione della ricchezza per tutelare i salari e le pensioni e per contrastare una povertà che è sempre più dilagante”.
A proposito di povertà dilagante, lo Spi Cgil ha ricordato che, a causa del blocco della rivalutazione annuale delle pensioni superiori a tre volte la soglia minima introdotta con la riforma Fornero, cinque milioni di pensionati percepiranno 1.135 euro in meno per il biennio 2012-2013. La rivalutazione annuale – spiega la Spi in una nota - è stata introdotta dal governo Prodi, applicata per intero fino ad un livello pari a 5 volte il trattamento minimo. Tale meccanismo ha portato nel triennio 2008-2010 ad un aumento medio delle pensioni di 124 euro. Il governo Berlusconi ha modificato la norma applicandola per intero solo fino ad un livello pari a tre volte il trattamento minimo, al 90% da 3 a 5 volte e al 75% oltre 5 volte. In questo modo ai pensionati è stato consegnato mediamente un aumento nel 2010 di soli 23 euro. Nel 2011 l'hanno ricevuta 2.662.000 pensionati, ovvero circa il 16% del totale. Di questi, il 75% sono donne mentre il 25% sono uomini. La quattordicesima è stata introdotta con la legge 127/07 (art.5, comma 1) e ad oggi ne hanno diritto solo i pensionati con almeno 64 anni di età e con un reddito personale non superiore agli 8.640,84 euro annui, ovvero non oltre una volta e mezza la soglia minima (650 euro). L’importo medio della quattordicesima si attesta a 390 euro ma varia a seconda del genere. Gli uomini hanno infatti percepito mediamente un importo di 410 euro mentre le donne di 384 euro. Il 43,5% delle quattordicesime è stato erogato nelle regioni del Nord, il 37% in quelle del sud e il 19,5% in quelle del centro.
Il sindacato pensionati è soprattutto un “sindacato pensionate”. La maggioranza degli iscritti è infatti costituita da donne. Dall'ultimo tesseramento risulta che gli iscritti allo Spi sono complessivamente 2.957.051, il 52% donne e il 48% uomini. Provengono soprattutto dai settori privati (94%) ma si segnala come il tesseramento in quelli pubblici - che oggi si attesta al 6% - sia comunque significativamente in crescita. I pensionati rappresentati hanno mediamente un reddito basso o comunque medio-basso. Il 60% infatti non arriva a 1.000 euro al mese, di cui il 28% percepisce meno di 500 euro, il 23% tra 500 euro e 750 euro e il 9% tra 750 e 1.000 euro. Le donne dello Spi sono relativamente più povere degli uomini, con l’80% che non arriva a 1.000 euro mensili. Lo Spi-Cgil rappresenta all’incirca il 20% della popolazione nazionale ultrasessantenne. E molto forte è l’insediamento del Sindacato nel territorio, con 2.400 leghe e circa 4mila punti di aggregazione comunali in tutte le regioni d’Italia.
Dopo la relazione di Carla Cantone e i saluti di Giovanna Zippilli, segretario generale Spi Cgil Abruzzo, gli interventi dei segretari generali di Uilp e Fnp, Romano Bellissima e Gigi Bonfanti, e del presidente dell'Auser Michele Mangano. Poi il dibattito fino alle conclusioni affidate al segretario generale della Cgil, Susanna Camusso.