Oltre 3 mila abruzzesi hanno aderito all’iniziativa indetta dalla Cgil "contro le scelte del governo e per una politica che privilegi il lavoro, la dignità e l’uguaglianza”.
Nota della Cgil Abruzzo in cui vengono elencati ed illustrati i motivi della protesta.
“Le scelte del governo coinvolgono pesantemente e negativamente anche l’Abruzzo. Una regione che ha già perso 54.000 posti di lavoro e che perciò avrà una sensibile riduzione delle entrate fiscali, alla quale il taglio di 4 miliardi deciso per le Regioni dalla legge di stabilità costerà 96 milioni di minori entrate, che ha perso già 31 milioni di fondi FAS.
Tagli che in Abruzzo si tradurranno in una riduzione dei servizi sociali, sanitari, del diritto allo studio, dei trasporti. Tutti comparti che producono lavoro pubblico e diritti ai cittadini. E neppure possiamo dimenticare che la situazione nazionale è caratterizzata da forti disuguaglianze fra territori, al punto che lo stesso Abruzzo è tornato nuovamente ad essere una regione del Sud. La questione meridionale si impone dunque come una priorità della politica e dell’economia del nostro Paese ed è urgente trovare risorse aggiuntive per il cofinanziamento degli investimenti della programmazione europea 2014-2020. Il solo mercato e le sole aziende infatti non garantiranno, senza un intervento diretto dello Stato, i 50 mila posti di lavoro necessari per l’Abruzzo”.