“Lavoro in Sicurezza: per Costruire il Futuro”: è questo lo slogan che CGIL, CISL e UIL hanno scelto quest’anno per la giornata del Primo Maggio. In seguito al protrarsi dell’emergenza COVID-19, le tre Confederazioni hanno annullato la manifestazione nazionale prevista quest’anno a Padova.
Anche in provincia dell'Aquila la tradizionale Festa del Lavoro a Luco dei Marsi non c'è stata. Il Comitato per la festa del 1° Maggio di Luco ha deciso di non interrompere la tradizione con l'organizzazione, via social, di una piazza virtuale affrontando anche le problematiche relative all’emergenza di questi mesi e facendo un parallelo con un Primo Maggio in piena emergenza. Quello del 2009, l'anno del terremoto, in cui Cgil Cisl Uil nazionali erano con noi a L'Aquila nel piazzale della Guardia di Finanza.
Perché a Luco dei Marsi
L’attenzione per il 1° Maggio di Luco dei Marsi, che, dopo l’interruzione del 1923, dalla Liberazione si festeggia con una festa popolare, è legata alla lunga storia di battaglie per il lavoro e per l’emancipazione delle classi lavoratrici del nostro paese. Data nel lontano 1905 la costituzione della Lega dei Lavoratori della Terra di Luco organizzata dal capolega Rocco Amadoro, e con essa la storia del 1° Maggio. Nel 1913 la Lega, forte di circa 1000 iscritti, aderì alla Camera del Lavoro di Roma. Nel frattempo il movimento contadino con Rocco Amadoro si organizza anche politicamente nel Psi e nel 1914 conquista il comune. Nel 1921, a seguito della scissione di Livorno, tutta la maggioranza socialista passa al Partito Comunista d’Italia. Con l’avvento del fascismo nel 1923 viene cancellata.
La festa del 1° Maggio ritorna ad essere una grande festa popolare dal 1945 e Luco ridiventa anche la realtà più importante della sinistra marsicana. Nel 1950 Luco dei Marsi diventa punta avanzata nella organizzazione dello sciopero a rovescio contro il principe Torlonia e nella organizzazione delle lotte per la terra conclusesi vittoriosamente con la riforma agraria. Le lotte per il lavoro e per la terra hanno segnato positivamente anche la storia economica e politica del comune negli anni successivi.
Nel corso degli anni si sono alternati sul palco del 1° Maggio luchese personaggi politici nazionali e regionali, rappresentanti delle istituzioni e del sindacato, a segnare i vari passaggi della storia politica dell’Italia, della nostra regione e della Marsica. Negli ultimi anni ricordiamo nel 2011 un Primo Maggio contro l’illegalità con don Luigi Ciotti e più recentemente, nel 2016, Gianna Fracassi della segreteria nazionale della Cgil, nel 2017 Nino Baseotto, segreteria nazionale Cgil e poi negli ultimi 2 anni i segretari regionali Cgil Sandro Del Fattore e Carmine Ranieri.
Abbiamo quindi partecipato come Spi e Cgil dell'Aquila all'organizzazione del Primo maggio virtuale (d)a Luco dei Marsi (guarda il video): introduzione Camillo Cherubini Comitato Festa del Primo Maggio, saluto Marivera De Rosa Sindaco di Luco, interventi Orante Venti Segretario Spi Cgil L'Aquila, Marilia Di Paolo responsabile Coordinamento Donne Spi Cgil L'Aquila, Francesco Marrelli Segretario Cgil L'Aquila, Pino Venditti Comitato Festa del Primo Maggio.
Orante Venti nel suo intervento a tutto campo mette l'accento sulla situazione degli anziani e del sistema sociosanitario: ......
In questa emergenza siamo stati attivi con lo SPI per monitorare tutto quanto avveniva nella nostra provincia, per garantire alla popolazione anziana sostegno e servizi. Pur stando a casa siamo stati disponibili, da Montereale a Castel Di Sangro, da Pescasseroli a Campotosto, a fornire, giorno per giorno, le informazioni necessarie a chi si trovava in difficoltà. Abbiamo verificato che, nella quasi totalità della nostra provincia, i comuni e le associazioni di volontariato si sono attivati per la fornitura di alimenti e medicinali alle persone impossibilitate a muoversi. ....... . Le case di riposo hanno adottato misure restrittive come la chiusura degli spazi collettivi interni, le visite parenti e l’accoglienza di nuovi ospiti e, per fortuna, è andata bene perché sono mancati all’inizio i Dispositivi di Protezione Individuale che è stata una delle cause che ha permesso il diffondersi dell’epidemia al nord ma in molti casi anche al centrosud. Nella nostra provincia l’unico caso è stato la casa di cura S. Raffaele di Sulmona dove sono stati coinvolti anche diversi marsicani tra personale e pazienti. .............. Nel resto della nostra regione e in tutta Italia l’epidemia ha fatto venire alla luce, insieme alla perdita di vite umane, enormi carenze sulle politiche sanitarie e sociali. Quello che sta accadendo nelle Rsa anche nella nostra regione, è il frutto di un deficit d’attenzione e di controllo che il pubblico avrebbe dovuto esercitare, da anni, sulle strutture e sulle politiche per la cura degli anziani e delle persone non autosufficienti. leggi tutto
E' Marilia Di Paolo a trattare un alto tema delicatissimo in questa fase pandemica: ....la nostra massima attenzione deve andare anche alle donne vittime della violenza di genere, in quanto l’emergenza Coronavirus, con le restrizioni imposte per limitare la diffusione del contagio, ha reso ancora più drammatici abusi e maltrattamenti che si consumano tra le mura di casa. Di contro, ci è stato riferito, dalle operatrici dei centri antiviolenza della nostra Provincia, un calo delle segnalazioni per l’impossibilità per le donne maltrattate di chiedere aiuto a causa della convivenza 24 ore su 24 con il compagno maltrattante. E’ fondamentale però rassicurare le donne che la rete antiviolenza è comunque presente, attiva ed in grado di supportarle. leggi tutto
Un passo estremamente significativo dell'intervento di Francesco Marrelli: .....E’ davvero difficile per la CGIL dell’Aquila non ricordare un altro 1 maggio che si svolse anch’esso in piena emergenza e fu espressione di solidarietà e di vicinanza. Era il 2009, quando le segreterie unitarie CGIL, CISL ed UIL, cambiando anche allora programma, scelsero la Piazza dell’Aquila per la manifestazione nazionale. Fu un 1 maggio all’insegna della sobrietà, senza bandiere, senza cortei, senza striscioni, ma carico di un grande significato prospettico: dalla tragedia che vivevano le popolazioni del territorio duramente colpito dal sisma si doveva rinascere e ricostruire all’insegna della sicurezza, della legalità e della sostenibilità ambientale che, sembra banale ricordarlo, sono concetti che non si concretizzano senza diritti e senza solidarietà.
Nella ricostruzione di case ed anime, attraverso il lavoro, si vedeva allora una possibile via d’uscita dalla crisi che colpiva duramente tutto il Paese. La rinascita e la ricostruzione della città dell’Aquila e del suo territorio provinciale potevano diventare terreno di sperimentazione di modalità differenti per la ripresa economica attraverso il lavoro che, come ebbe a dire allora Epifani, muovendosi contestualmente sul doppio binario della sicurezza, della legalità, della serietà da una parte e su quello di investimenti su università e ricerca dall’altra, avrebbe dovuto rappresentare il principale motore di rinascita economica ed avrebbe dovuto scongiurare il riproporsi di tragedie come quella che stava vivendo la nostra gente.
Non è difficile comprendere una certa amarezza nel fare parallelismi tra le due date di una stessa Festa del Lavoro per la CGIL dell’Aquila: ..................Ora come allora il nostro pensiero non può non rivolgersi alle tante lavoratrici ed ai tanti lavoratori, che nonostante l’emergenza hanno continuato a lavorare per garantirci la produzione e la commercializzazione dei beni di prima necessità; hanno continuato ad assicurare a tutti noi l’erogazione dei servizi essenziali; ci hanno garantito l’istruzione, la formazione e l’informazione; hanno presidiato i nostri territori; hanno garantito la sicurezza contro il dilagarsi del virus. Con abnegazione e spirito di servizio hanno curato i nostri malati, mettendo a rischio la propria salute e quella delle loro famiglie. Tutti e tutte hanno adempiuto al loro dovere, hanno prestato il loro lavoro, arrivando anche a sacrificare le loro vite. Sono i tanti lavoratori e lavoratrici di questo Paese, che esaltiamo come eroi nella fase emergenziale per poi riposizionarli nell’abisso del dimenticatoio, umiliandoli, sfruttandoli, sottopagando il loro lavoro e privandoli dei diritti fondamentali.
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